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Recensione dello spettacolo “Sbum! Yes we cake”

a cura di Omar Manini

Le statistiche ci elencano un riassunto del reale spogliato da immagini e parole, che difficilmente sa colpire il nostro immaginario a lungo termine, perdendo progressivamente di spessore.

Sbum! Yes we cake, spettacolo teatrale de La Piccionaia, invece, ci fa riflettere sulla differenza tra rimanere semplici spettatori della realtà e decidere di diventarne i protagonisti, prendendo consapevolezza e decidendone la direzione. E ci fa capire che ogni risposta innesca sempre nuove domande, spesso complicate.

Lo spettacolo si apre proprio con Data&Dato, due personaggi ideali e cartooneschi – testa di pc su corpo d’uomo – che ci illustrano il senso puramente astratto dei dati e la loro importanza interpretativa, ammonendo il pubblico a fare sempre attenzione a ciò che viene proposto come indiscutibilmente, inequivocabilmente vero: “[…] se non vi fidate, verificate! Non siate sbadati, studiatevi i dati”. Infatti, come dicono, i dati sono semplici impulsi elettrici elaborati da terminali, ma interpretati e proposti da esseri umani la cui chiave di lettura è comunque, per definizione, personale.

Molte le chiavi di lettura, a seconda dell’età di visione: dalla piacevolissima immediatezza comica, che coinvolge gli spettatori con brio e ottima dinamicità, ai rimandi critici sul reale e sulle sue storpiature.

È uno spettacolo che, nel segno della leggerezza, per contrasto e con un bellissimo utilizzo dei giochi di parole (dall’alterazione dell’obamaniano “yes, we can” del titolo a quella di un famoso momento storico repubblicano, qui diventato il compromesso tortico, fino al gioco lessicale contorta-torta-torto) e del nonsenso, fa riecheggiare il vuoto delle dichiarazioni adulte, il facile populismo delle decisioni buone per tutti e impossibili a chiunque.

Molto interessante e funzionale la semplicità della messinscena che esalta, nella sua modestia, lo sviluppo attoriale ed espositivo, veicolando l’attenzione dello sguardo sul detto e sul fatto, sul qui e ora propriamente teatrale.

Proprio per questo, Sbum! è uno spettacolo orizzontalmente immediato, ma che sa essere anche verticalmente sorprendente, dove troviamo enunciata, attraverso le linee del gioco, dell’ironia verbale (fatta di una studiata semplicità mondata dalle banalità), del grottesco e della metafora, la nuova sensibilità generazionale sulla sostenibilità ecologica e sociale.

Molto valida anche l’interazione con il pubblico, sempre mossa sulla linea del divertimento che, tra le righe, nasconde una possibile lettura della capacità di manipolazione retorica e populista.

Con il suo andamento, fatto di quadri teatrali che alternano personaggi e scenari, Sbum! è anche un’ottima lezione sulla lingua, il suo possibile utilizzo, multiplo e ricco di sfumature, e la sua musicalità.

Riassumendo, Sbum! è un interessantissimo spettacolo che, per essere gustato oltre la glassa, va accompagnato nel prima e, possibilmente, nel dopo, in classe; ma la scuola di oggi è pronta a lasciare il giusto spazio al teatro e alla riflessione, a non abbandonarli a sé stessi?

Sullo spettacolo abbiamo sentito la regista Marta Dalla Via:

Cosa racconta “Sbum! Yes we cake”?

Racconta di uno stato immaginario, lo “stato unito del mondo intero”, in un presente alternativo o un futuro prossimo. Per festeggiare il centenario, il Presidente decide di fare una festa e cucinare una torta invitando tutta la popolazione a mangiarla. Da qui iniziano i problemi: la preparazione della torta, la divisione delle fette, l’assecondare i gusti delle persone, la mancanza di risorse. Intervengono quindi vari personaggi, “tutti coloro i quali”, per cercare di risolvere le questioni prima che la festa abbia inizio.

Attraverso la storia di Sbum! mettete in scena molte questioni e fate emergere molte domande. Qual è il vostro intento?

Vogliamo stimolare una riflessione sul fatto che la democrazia non è facile da esercitare e che alcune parole – sostenibilità, uguaglianza, ecc. … – rimangono troppo spesso banali “formule magiche”, che nella realtà non funzionano perché non vengono messe in pratica. L’ideale non è facile da frequentare e da incarnare …

Ci sono tematiche attualissime e scomode …

Sì, ma i ragazzi sono sorprendenti e sensibili di fronte a questo, capiscono tutto perché sono domande che in qualche modo si fanno. E noi andiamo a sollecitarli proprio lì: ad un certo punto la torta sarà di tutti, fuorché degli studenti delle medie in platea e a cui Sbum! è dedicato … quando l’escluso sei tu, in qualunque ambito e non per qualità, ti cambia la prospettiva sulle ingiustizie. Abbiamo fatto uno spettacolo politicamente scorretto, non facile, una visione della democrazia che ne mostra i limiti e le illusioni.

A ben vedere sono spunti che toccano argomenti molto impegnativi, drammatici, ma posti in tono scanzonato, parodistico. Non avete paura che i toni comici possano schiacciare queste grandi tematiche?

No, noi abbiamo questa cifra sempre, fatta da dialoghi serrati e prevalentemente comici. Per me è vero il contrario: quando uno ride tendenzialmente abbassa le difese immunitarie e diventa più disposto a sentire il resto. Con il cuore alleggerito dalla risata non ha più barriere ad ascoltare il resto, perché si è sfogato e si lascia contagiare.

Se foste voi stessi il pubblico del vostro spettacolo, come lo vedreste? cosa portereste a casa con voi?

Ha un’atmosfera molto particolare, alla 1984; un tempo sospeso dove si fa fatica a capire l’epoca di riferimento. Penso che questa ambientazione obliqua – un futuro ricreato da oggetti vintage e dai vuoti di scena – dia una personalità strana e simbolica e sia una qualità interessante, così come le vicende stesse dei personaggi, che creano empatia. Anche la figura del presidente, che è una somma di tanti leader già visti, e che è trasportato da un ideale, rimane impressa.

Da regista e attrice, cosa ti rimanda il pubblico di ragazzi?

A parte il disagio di recitare la mattina che non è nelle mie corde (ride, nda), è molto rigenerante perché con loro mi sento di avere meno filtri creativi, meno barriere intellettuali o preclusioni e questo mi rilassa: mi sento più libera, meno imbrigliata dalle regole del teatro!

Sbum! Yes we cake

uno spettacolo di La Piccionaia
di e con Marta e Diego Dalla Via
regia Marta Dalla Via
disegno luci e scene Roberto Di Fresco
costumi Elisabetta Granara

Omar Manini ha visto Sbum! Yes we cake venerdì 17 marzo all’Auditorium Centro Civico di San Vito al Tagliamento per Teatroescuola.

Sbum! Yes we cake è stato visto dagli alunni e alunne delle scuole secondarie di primo grado di San Vito al Tagliamento, Tolmezzo, Latisana e Grado.

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