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“Attraverso il bosco”: intervista a Dario Moretti

a cura di Omar Manini

Qualcuno affronta la paura in attesa, magari a occhi chiusi; qualcun altro li apre per guardarla bene in faccia, sfidandola. Alcuni le corrono contro per sgretolarla e superarla, mentre altri si bloccano o scappano. Poi c’è chi non capisce che è l’altro ad avere paura o che, magari, la paura è lui stesso.

“Attraverso il bosco”, spettacolo scritto e diretto da Dario Moretti, mette in scena uno spettacolo di formazione; lo fa per mezzo di uno strano incontro che avviene prima tra due corpi che non si capiscono e poi tra due anime che si attraggono e imparano a conoscersi.

Abbiamo sentito proprio il papà di questa avventura teatrale:

“Attraverso il bosco” è …

Una storia molto semplice, quella di una bambina che, facendo una passeggiata nel bosco, incontra casualmente l’orso. Questa visione la spaventa, si mette a strepitare, scappa via perdendo la sua bambolina. L’orso ci rimane molto male, si sente offeso per questa mancanza di educazione, ma si preoccupa di recuperare la bambola per riconsegnargliela. Inizia così una serie di avventure che impediscono all’orso di raggiungere la casa della bimba. Sarà lei, allora, ad andare a cercare la bambola senza trovarla. Senza mai incontrarsi, inizia un lento avvicinamento tra i due fatto di uno scambio di oggetti-dono. Il giusto tempo e l’apertura sensibile al mondo permettono alla bambina di capire che in fondo l’orso è simpatico e le vuole bene. Nasce così un’amicizia nel rispetto della diversità e della distanza.

Con quale atmosfera viene presentata questa storia?

È molto ironica, leggera e divertente. E questo nasce anche dal cambio del punto di vista: è l’orso a indignarsi per il comportamento della bambina. In scena si vede un’unica attrice che, grazie all’integrazione dei diversi linguaggi artistici, può rappresentare la storia e dare vita sia alla bambina sia all’orso, riuscendo a creare situazioni molto interessanti e dinamiche.

E la scena?

Semplicissima: ci sono due colorati pannelli laterali d’entrata/uscita e, in mezzo, un tavolo che occupa lo spazio dove l’attrice, attraverso una telecamera e la retroproiezione, disegna e racconta alcuni momenti della storia, sviluppando una narrazione grafica e musicale.

attraverso il bosco

“Attraverso il bosco” indica già nel titolo un passaggio nell’ignoto, tra il dubbio, le preoccupazioni e la separazione. Ed è paradossalmente lì che nasce un rapporto. Lo spettacolo sembra suggerire che le cose belle avvengono dall’incontro con l’inatteso e dal confronto con sé stessi e le proprie paure …

Questa storia nasce da un mio libro del 2013, “La natura dell’orso”, dove io racconto, attraverso dei disegni, le vicende di un orso attraverso il cambiamento stagionale. In quel libro ho rappresentato una natura pacifica dell’orso; tranquilla e sensibile, così come poi ho voluto trasferirla nello spettacolo, sottolineando una possibile convivenza, ma sempre nel rispetto dei propri spazi. Questo perché gli animali hanno una loro natura che non è quella degli umani. E ci vuole sempre il rispetto di questa differenza e l’attenzione ai propri comportamenti.

Per mettere in scena tutto questo che scelte hai fatto?

Fin da subito l’idea era quella di uno spettacolo molto semplice, ma artisticamente rilevante, che potesse arrivare a tutti, a partire dai tre anni, e che potesse toccare anche gli adulti. Ne è nata una storia fresca, frizzante, che ha addirittura un intermezzo rap dall’incontro con un gregge!

L’incontro con il diverso porta comunque a un miglioramento anche di se stessi.

Le fiabe ci hanno sempre raccontato che bisogna stare attenti con le persone o le situazioni che non si conoscono, vedi “Cappuccetto Rosso”. Noi, con questo spettacolo, non vogliamo sradicare questa visione, ma vogliamo far capire che la curiosità e l’idea di conoscere e fare amicizia sono molto importanti, possono aprire il cuore e devono portare ad andare oltre ai pregiudizi.

Tu sei un veterano del “teatro ragazzi”; cosa significa dedicarsi al teatro pensato per loro?

Faccio teatro per l’infanzia dal 1974. Ho quasi sempre lavorato per i bambini dai tre ai dieci anni perché è il pubblico con cui mi rapporto meglio. Difficile, senza scampo, che mette continuamente alla prova, ma assolutamente stimolante. Una cosa che mi è sempre piaciuta molto è quella di creare spettacoli lavorando coi bambini nei laboratori, imparando da loro, incoraggiando la loro creatività. E lo faccio anche per avere io stesso degli spunti; da sempre ho sviluppato questo rapporto reciproco. Ciò non toglie che i miei spettacoli si prestino molto a essere visti insieme agli adulti perché il mio linguaggio non scimmiotta i bambini, ma punta spesso a visioni forti a livello di musica o immagine, mature. Se possibile da condividere insieme.

Attraverso il bosco

regia Dario Moretti
con Silvia Viviani
musiche Saya Namikawa
Teatro all’Improvviso (MN)
Teatro d’attore, musica, canto e pittura dal vivo

Attraverso il bosco è stato programmato a Enemonzo, Forni di Sopra e Gemona del Friuli.

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