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Alla scoperta del MAT+S 2023: intervista a Luisa Vermiglio

a cura di Omar Manini

Luisa Vermiglio e il teatro. Luisa Vermiglio è il teatro. Luisa Vermiglio è teatro.

Sì, perché Luisa Vermiglio sa raccontare del teatro, sa parlare con i modi del teatro, sa esprimersi nelle varie forme del teatro. Sentirla è piacere dell’ascolto e bellezza del suono. Gioia dell’accoglienza e sorpresa del pensiero. Ma Luisa Vermiglio è anche “maestra” di tantissimi ragazzi e delle loro famiglie, formatrice di una cultura della relazione; con il progetto MAT+S, da oltre vent’anni, sta facendo volare la mente di tantissimi ragazzi delle scuole primarie di Monfalcone. Il 31 maggio ci sarà la festa-spettacolo conclusiva del progetto. Un viaggio in cui si parte da un punto per arrivare chissà dove …

Luisa, come racconteresti il MAT+S a chi non lo conosce?

Nasce come MAT nel 2000: musica, arte, teatro. Quando mi hanno chiesto di dirigerlo, nel 2005, avevo un progetto già pronto sull’elettricità e ho deciso di aggiungergli la “S” di scienza. Il mio maestro teatrale aveva un modo sperimentale di rapportarsi ai bambini, dove la scienza era inclusa e applicata al fare teatro. Un forte imprinting che si è tradotto in un’attrazione sulla materia e che ho voluto trasferire in questa avventura. Ovviamente non possiamo parlare di scienza nel dettaglio, ma di scienza come porta per aprire alla curiosità del cosa succede?, come avviene?, …

Da quella volta siamo andati avanti, guadagnandoci pian piano uno spazio importante. MAT+S è un progetto complesso, un’esperienza fatta dai bambini su più livelli; inizia dall’incontro con uno scienziato dell’argomento scelto che lascia ai bambini degli spunti, delle domande: su queste viene costruito il percorso teatrale e formato il racconto. E si passa necessariamente attraverso la verbalizzazione dell’esperienza – dare la forma delle parole al come loro leggono l’esperienza e le tematiche – dalla quale emergono spunti significativi di una lucidità disarmante, anche per gli addetti ai lavori.

Quest’anno il tema riguarda il “cervello” …

Sì, più precisamente le “neuroscienze”, un mondo esteso e complicatissimo. La cosa interessante è che hanno applicazioni su moltissime attività che svolgiamo e stanno emergendo grazie alle nuove tecnologie che permettono di leggere gli stimoli del cervello. Mi sono detta “beh, proviamoci!” cercando un esperto che fosse al contempo un abile divulgatore. Abbiamo incontrato così il neuro scienziato Marcello Turconi che ha illuminato il cervello ai nostri bambini, incuriosendoli e rendendoli felici.

Cosa li affascina di più del cervello: la parte operativa o le sue connessioni enigmatiche?

Devo ancora capirlo. I più piccoli lavorano più sulla comprensione pratica, sull’allenamento dei sensi e sulla percezione dello sguardo, mentre le quarte-quinte sono rimaste affascinate dalla funzionalità del sistema e dei neuroni, ma soprattutto dall’aspetto della Gestalt e delle illusioni ottiche. Adesso andranno all’immaginario scientifico dove toccheranno con mano questo mondo infinito e poi me lo racconteranno. Già ora stanno emergendo spunti fantastici: un bambino, sul fatto che il cervello a volte ci inganni, mi ha detto “Ma anche noi, allora, forse possiamo raccontare bugie al cervello!” Ecco, loro hanno capito le dinamiche delle neuroscienze prima che io potessi ancora immaginare come spiegargliele. Funziona sempre così con i bambini!

Quest’anno ci sono delle novità particolari?

Sicuramente avremo una bravissima scenografa, Elisabetta Ferrandino, e mi piacerebbe far scegliere direttamente ai bambini gli oggetti da usare in scena; inoltre possiamo contare sulla competenza di colui che definisco un vero e proprio “braccio destro”, il danzatore Andrea Rizzo, che sta raggiungendo magnifici risultati.

Nella tua grande esperienza, quali differenze tra generazioni hai notato?

Ce ne sono tantissime, in particolare in questa città e in questa scuola a un’altissima percentuale di bambini stranieri. Una volta, per esempio, era più facile verbalizzare il racconto, mentre oggi ci troviamo spesso a mediare attraverso l’imitazione o la traduzione di alcune dinamiche. Per me, comunque, rappresenta una sfida importante e bellissima per andare verso modalità condivise tra me, noi, e loro.

Non mi sembra che l’ambiente scolastico riesca spesso a vedere l’esperienza teatrale come momento accrescitivo; spesso la scambia per uno spazio per rifiatare, una perdita di tempo … come sei riuscita a ribaltare questo modo di pensare?

È vero, ma è solo questione di tempo, è un percorso di anni. Poi si vedono i risultati e le persone dicono “Porca miseria, come ci si arriva lì? Anch’io voglio…”

Qui le maestre e la scuola hanno appreso una metodologia di attenzione; sono attente e i bambini curiosi e bellissimi. Tutti si sentono coinvolti e gioiosi di lavorarci, anche un pochino di più. Inoltre, si fanno corsi di formazione per insegnanti per prepararli al percorso che approfondiremo. Siamo un équipe rodatissima costruita negli anni.

In MAT+S la curiosità diventa libertà. Libertà di dire, esprimersi … è questa una via di integrazione per i più emarginati nella realtà scolastica?

Senz’altro! Io, per esempio, dopo l’incontro con Turconi, sono entrata in classe e ho parlato di brainstorming facendone capire il significato… ognuno ha messo qualche idea e anche il piccolo che all’inizio non aveva chiare delle cose, e si vergognava a dirle, a un certo punto ha ricollegato i pezzi dentro di sé e ha preso il coraggio, la felicità di esprimere le sue osservazioni! Là, insieme a lui, ero felice anch’io!

Con MAT+S i bambini sono contenti, divertiti e consapevoli di cosa fanno. È un concentrato di stimoli che rimangono dentro e che chissà, un giorno…

Ecco, MAT+S, attraverso il linguaggio teatrale, prima di tutto mette in circolo la felicità e il sentirsi parte di un gruppo; un insieme che cresce congiuntamente dove non esiste l’errore da imprigionare, ma la libertà di esprimere

MAT+S è progetto rivolto alle scuole primarie di Monfalcone
ideato e curato da Luisa Vermiglio
in collaborazione con il sostegno del Comune di Monfalcone
dell’Istituto Comprensivo Giacich e della Scuola Duca D’Aosta
Marcello Turconi, divulgatore scientifico
Andrea Rizzo, Compagnia Arearea
Elisabetta Ferrandino, scenografa

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