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Il gatto con gli stivali. Un racconto per il digitale

di Omar Manini

Marco Ferro e Campsirago Residenza: a chi ha avuto la fortuna di incontrarne le produzioni, bastano i nomi.
A tutti gli altri mi limito a consigliare di segnarseli sull’agenda: non appena si potrà, correte senza indugio a consegnarvi alle loro produzioni teatrali perché sono pensate con la delicata accortezza per accogliere nella stessa esperienza un pubblico trasversale, abbracciando sia la libertà immaginativa dei bambini che la solidità costruttiva necessaria agli schemi degli adulti.
In questi mesi che hanno spezzato sogni e desideri a moltissimi, in un periodo in cui le libertà  sono state necessariamente ridotte e si è naturalmente manifestato tutto il desiderio di una imprescindibile riconquista anche da parte di cittadini solitamente più distratti,  l’unica voce diffusasi democraticamente e uniformemente sembra avere i contorni della rabbia e della frustrazione.
Ed ecco che Marco Ferro e Campsirago Residenza tirano fuori la tavolozza per provare a cancellare il grigiore iscritto in quei contorni e riempire lo spazio di colori, movimenti ed emozioni.
Il gatto con gli stivali” è il loro nuovissimo video-spettacolo teatrale, pensato per la fruizione digitale, che restituisce tutta la professionalità, l’amore per ciò che si fa e l’impegno profuso nei dettagli per raggiungere una compiuta visione d’insieme.
Il risultato è una fiaba che mescola la complessa materia della narrazione e dei suoi linguaggi, plasmando una vicenda dagli elementi già riecheggiati nelle nostre letture, ma trasfigurati con un tocco poetico ricamato tra elementi romantici e sfumature dark. La storia sarebbe poca cosa – un gatto aiuta un povero orfano a diventare un principe – ancorché realizzata in sagome di cartone. Ma fidatevi: quello che ne esce è un calibratissimo tripudio di proiezioni che incrocia scrittura teatrale e filmica.
Utilizzando moltissimi elementi tecnici e narrativi di artigianato cinematografico (come la sempre deliziosa stop-motion e richiami da Jan Švankmajer), tecniche di ripresa che sfruttano tantissime possibilità prospettiche, scenografie che grazie allo studio di luci e piani diventano tridimensionali, richiami che oltrepassano Van Gogh per collegarsi all’arte povera e al surrealismo, Ferro&Co. inseriscono numerose citazioni perfettamente calate all’interno del progetto che ne certificano la complessa stratificazione e la bellissima sostanza dell’intreccio.
L’inizio – una deliziosa panoramica introduttiva sull’universo felino – ha un compito descrittivo per strapparci dal reale del quotidiano e introdurci pienamente nel mondo onirico della visione e ci catapulta in un mondo popolato da sagome e ombre, di tonalità e movimenti, di superfici e piani temporali, tutti tenuti saldamente insieme dalla magnetica voce di Ferro. Da lì in poi è un susseguirsi di trovate visive che provocano l’acquolina per la squisita raffinatezza e il fascino di uno spettacolo che è un vero scrigno di suggestioni.

Il Gatto con gli Stivali – un racconto per il digitale
Immaginato e creato da Marco Ferro

Realizzato da:
Marco Ferro, Stefano Pirovano Valeria Sacco, Giulietta De Bernardi Soledad Nicolazzi, Anna Fascendini
Sonorizzazione a cura di: Diego Dioguardi
Con Marco Ferro
Un ringraziamento speciale a Alessandra Amicarelli e allo Spazio Laboratorio Fontanili
Una produzione Campsirago Residenza
Con il sostegno di NEXT 2020 – Laboratorio delle idee

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